Il desiderio di essere come tutti

di Francesco Piccolo

La nostra recensione

Avendo tutti/tutte noi del Gruppo di lettura una certa età, è stato un tuffo nel passato politico, culturale e sociale del nostro Paese. Ironico (ma non divertente) soprattutto nella prima parte che coincide con i suoi ricordi di bambino e adolescente. La seconda parte, relativa alla storia più recente, perde un po' smalto, cambia i toni diventando un'analisi più seria e noiosa.
Ad alcuni di noi non è proprio piaciuto: chi non è riuscito ad immedesimarsi, chi non ha apprezzato il tuffo nel passato, chi non ha trovato piacevole né il contenuto né la scrittura, chi l'ha trovato troppo fazioso e di parte.
 Chi lo ha apprezzato invece lo ha trovato azzeccato nel ritrarre un'Italia con valori e ideologie che non esistono più: è piaciuta la contrapposizione tra l'autore e il padre, la descrizione della scuola divisa in gruppi e movimenti politici di cui o facevi parte oppure eri totalmente escluso, la descrizione della solitudine e diversità del protagonista: troppo comunista per alcuni e troppo borghese per altri.
Un libro diverso dal solito, senza dubbio.

La trama:

I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver... Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. Francesco Piccolo ha scritto un libro che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. "Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla".